Perché la Vespa ?

80Admin

Da quando ho iniziato a parlare del mio viaggio alle persone questa è una delle domande più frequenti, nonché fonte di preoccupazione per i miei cari. Ho l’impressione che le persone pensino che io abbia scelto una Vespa, e d’epoca per giunta, per fare “l’avventuroso”, “l’estremo”, “lo strano”. In verità, mi interessa ben poco di questo…

Come è nato ilgirodelmondoa80allora già l’ho raccontato: ero a bordo di una Vespa, anzi di uno Special, quando sentii nascere in me il sogno di partire e non fermarmi davanti a nulla fino a quando non fossi ritornato al punto di partenza. Ovvio che quando otto anni dopo ho iniziato a progettarne la realizzazione ho subito pensato che l’avrei fatto su una Vespa. Anche perché nel frattempo la Vespa era diventata il mio mezzo di spostamento quotidiano: allo Special si è affiancata nel 2008 una meravigliosa 125 GT del ‘67, e insomma tra l’una e l’altra oramai la Vespa la conosco bene, l’apprezzo e ci sono affezionato.

Tuttavia ho valutato altre opzioni: da una Honda Dominator a un BMW R80 o simili. Ciascuna scelta ha pro e contro dalla sua e non può che rappresentare un compromesso.
Certo con una moto sarei stato più comodo e avrei potuto mantenere una media chilometrica maggiore. Inoltre le moto sono più appaganti da guidare, curvano accelerano e frenano. La Vespa, per citare il grande Nuvolari, non possiede freni ma solo “moderatori di velocità”!
Hanno ruote di dimensioni maggiori, che in alcuni casi potrebbero rappresentare l’unico modo “umano”per superare certi terreni tipo deserto o sterrati estremi, che sono consapevole dovrò affrontare. Però la Vespa…

Però la Vespa ha dalla sua le due qualità più importanti per un viaggio del genere, lungo e impegnativo ,e che passa per luoghi in cui davvero la meccanica altri non è che la moglie del meccanico: l’affidabilità e la facilità di manutenzione.
Relativamente al primo aspetto cito un altro grande, tale Henry Ford, che rispetto ai mezzi a motore ebbe a dire “Meno cose ci sono, meno cose si possono rompere” . Distillato di saggezza. La Vespa è essenziale, ha il minimo sufficiente per muoversi. E’ un due tempi semplicissimo, progettato per durare. Zero elettronica, non ha neppure la pompa della benzina. Non ha trasmissione finale, le uniche utenze dell’impianto elettrico sono la bobina e le luci. Insomma, per usare un termine strettamente tecnico, è un motore “pane e salame” !
Il secondo aspetto è legato al primo ma ne va oltre, e dimostra in pieno la genialità del progettista Corradino D’Ascanio. L’accessibilità meccanica della Vespa è sconvolgente, si svitano due dadi e si sfilano i relativi perni (giuro, due!) e si ha tutto il blocco motore in mano!Si può smontare il carburatore togliendo semplicemente una scocca, operazione per la quale non serve neppure un cacciavite. Se i progettisti di alcuni attuali super sofisticati scooter avessero avuto l’umiltà di guardare come è fatta la Vespa avrebbero senz’altro evitato di costruire oggetti sui quali per svitare semplicemente la candela occorre smontare mezza scocca. E sui quali se si scarica la batteria si è a piedi, non potendo avviarsi a spinta e non avendo neppure una pedivella di avviamento. Per non parlare della ruota di scorta…
Avendo un minimo di praticità meccanica,conoscendola un poco e avendo a disposizione una scatola di ricambi non più grande di una scatola di scarpe ,sulla Vespa almeno il 90% dei già rari guasti che possono capitare sono riparabili per la strada. Il restante 10%, costituito di fatto da un problema al cambio o a un cuscinetto per il quale occorra separare i carter aprendo il blocco, è comunque riparabile in una qualunque officina dotata di una banco e una morsa. L’estrattore, l’utensile che serve per questa operazione, è infatti di minimo ingombro e può stare dentro alla scatola di scarpe.
Certo la Vespa spesso rompe i cavetti, i getti del carburatore si sporcano, si può grippare il pistone, le ruote si bucano con maggiore frequenza dato il diametro…ma si tratta di inconvenienti veramente semplici da sistemare, anche per strada e da soli.
Io porterò con me il maggior numero di ricambi compatibilmente con l’ingombro. Se dovessi avere bisogno di qualcosa che non avrò dietro non dispero affatto di non trovarlo, la Vespa è stata venduta quasi in ogni angolo della Terra. Tuttavia per prudenza prima di partire lascerò un motore completo uguale al mio dal meccanico: se avessi bisogno di qualcosa che non avrò dietro basterà una telefonata e un DHL per risolvere la situazione.

Ci sono almeno altri tre aspetti che giocano a favore della Vespa: l’autonomia, lo scarso “appeal” nei confronti dei ladri e la capacità di funzionare con olii e benzine di pessima qualità. Il serbatoio originale della Vespa è piccolo, ma il motore consuma poco e l’autonomia “di serie” già non è male. E si può più che raddoppiare con una semplice tanica da 10 litri legata assieme ai bagagli: su una moto la stessa tanica rappresenterebbe un incremento di autonomia molto minore.
Riguardo ai ladri…in Europa tutti conoscono il valore di una Vespa d’epoca. Come scrivo altrove, io avrei voluto procurarmi un 180 Rally per ilgirodelmondoa80allora, ma i prezzi sono stratosferici…
Altrove una Vespa d’epoca è solo una Vespa vecchia….che interessa assai meno di un a Honda Dominator o Transalp che in Italia varrebbe 5 volte di meno di un 180 Rally.

Per concludere, un aspetto che sembra leggero ma potrebbe rivelarsi assai importante. La
Vespa genera simpatia negli occhi della gente, piace istintivamente ai bambini e questo la dice lunga. Quando si è da soli in giro per il mondo e si ha un problema, risultare simpatico alle persone cui bisogna chiedere aiuto ha la sua importanza.

Quindi alla fine, che Vespa sia.

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